La data: Lunedì 11 Maggio 1981.
Il luogo: Milano, via Pola 9/11.
L’azienda: Sperry Univac
Non varcai effettivamente un vero e proprio cancello aziendale ma quel giorno di quarant’anni fa fu il mio primo giorno di lavoro, al netto dei quasi due mesi di lavoro svolti, subito dopo la Laurea, in Facoltà di Ingegneria, a Pavia, prima del Servizio Militare.
Quel giorno fu importantissimo e segnò, per tanti versi, la mia futura carriera lavorativa, come in una sorta di effetto “sliding doors“.
In primis fu fondamentale la scelta dell’azienda, perché ebbi la possibilità di scegliere fra due diverse proposte di assunzione: la prima, da parte di IBM e poi quella della Sperry Univac.
IBM era IBM…indiscutibilmente ma, quando mi recai per ritirare la lettera di assunzione, scattò un clic nella mia testa: un clic basato sull’osservazione delle persone incontrate e sulla sensazione, forte, di aver trovato nell’ambiente Sperry Univac un’empatia totalmente assente nelle stanze e fra i rigidi schemi IBM.
Un esempio di quella percezione soggettiva di empatia lo ebbi già nei colloqui di selezione; ricordo che dietro la scrivania del responsabile della selezione era collocato il poster di Eddy Cheever al volante della Osella Formula 1, macchina di belle speranze ma non molto competitiva. Era un segno inequivocabile; avevo di fronte un appassionato genuino e competente. D’altronde io avevo sempre tifato per Merzario che raramente poteva qualificare la sua macchina tanto scarsa…

L’empatia fu quindi il fattore chiave per quel primo, importantissimo clic, che, facendomi optare per Sperry Univac (ricordo ancora le pessime reazioni ricevute da IBM quando comunicai loro il mio “no, grazie!”…), mi diede modo di incontrare persone fantastiche, non solo dal punto di vista professionale, ma anche da quello umano.

Alcuni di loro diventarono punti di riferimento chiave nel mio percorso lavorativo, nonché amici grandi e sinceri.
Il secondo clic, questa volta indipendente dalla mia volontà, fu quello di trovarmi collocato nell’area dei prodotti software applicativi per la gestione aziendale (Il sistema UNIS, operante sul System 80); fenomeno questo decisamente agli albori in quegli anni ma che poi diventerà il fil-rouge di tutta la mia carriera fino al punto, tanti anni dopo, di essere tra i top executives dell’azienda leader di tale settore.

Due clic importanti, scattati quel fatidico 11 Maggio 1981; i più ricordano quella data per la morte di Bob Marley; per me significa decisamente molto altro.
Di quel giorno ricordo tutto, o quasi tutto: dalle tante persone incontrate o che mi furono presentate, alla marea di informazioni ricevute, dalle tanti mani strette quel giorno (e che Dio voglia si possa, al più presto, tornare a potersi stringere la mano…) alle varie battute sui giovani ingegneri neolaureati. Su questo io ne rappresentavo uno stereotipo eccellente avendo, ai tempi, una forma mentis più che “quadrata”…”cubica”.
Diciamo che ero decisamente grezzo e il lavorare con i nuovi colleghi, in particolare col mio indiscusso maestro Vico (che, bontà sua, mi definì da subito, e a ragione, come “un incredibile cagacazzi“…), mi portò ad affinarmi sempre di più.
Ma la cosa, in particolare, indimenticabile di quel giorno fu la quantità di caffè bevuti; peccato che io, fino ad allora, non amavo bere caffè, anzi non li bevevo affatto!

Risultato fu che ad ogni incontro c’era sempre qualcuno che proponeva “andiamo a prenderci un caffè”; come potevo io, nuovo arrivato, declinare? Ovvio accettare di buon grado e vai con la spola caffè fra Bar Nilo e Caffè del Commenda…
Il conto finale della giornata fu di almeno una decina di caffè e la risultante finale, la sera, furono nausea e mal di testa non da stress o troppa emozione; solo da troppi caffè.
Giusto…un terzo importante clic: da quel giorno cominciai a bere caffè, ma, a partire dal giorno seguente, con molta moderazione… 😉
Sono passati quarant’anni ma il ricordo sembra quasi di…ieri l’altro…
Un abbraccio grandissimo a tutte le persone incontrate quel giorno e un ricordo vivo e speciale a chi, fra loro, oggi non è più tra noi.